Oggi è il grande giorno, cominciano i Mondiali e per la prima volta nella loro storia si giocheranno in Russia. L’evento è stato fortemente voluto dal presidente Putin che, cosciente del valore geopolitico, strategico ed economico del Campionato del Mondo, lo userà per mostrare come la Federazione Russa abbia recuperato il perduto status di superpotenza. Il nuovo Zar di tutte le Russie ha colto questa occasione per poter sviluppare e ampliare i rapporti con i paesi partecipanti e celebrare l’affidabilità, la compattezza e la competitività del paese.
Tralasciando tutte le polemiche sull’assegnazione del Mondiale – in particolare quelle di USA e Regno Unito, le accuse di corruzione che hanno portato alle dimissioni di Blatter e Platini e la crisi Ucraina – passiamo a parlare di calcio giocato. Le città in cui si giocherà questo Mondiale sono undici, tutte nella parte europea della Federazione. Oltre a Mosca (con due stadi) e San Pietroburgo, il Cremlino ha scelto città dall’alto valore simbolico. Si parte da Kaliningrad, la Konigsberg di kantiana memoria, l’ex Prussia Orientale ora exclave russa circondata da Polonia e Lituania, non proprio amiche di Mosca. Ad Est troviamo Ekaterinburg, città degli Urali che separano l’Europa dall’Asia. Passiamo al Caucaso con Soci, che dopo le Olimpiadi invernali del 2014 è diventata il fiore all’occhiello dello sport russo. Risalendo lungo il Mar Nero arriviamo a Rostov sul Don vicinissima al Donbass ucraino. Poi Volgograd (già Stalingrado), Samara, Saransk, Niznij Novgorod e infine Kazan’, capitale del Tatarstan musulmano. Per tutte le città gli impianti sportivi sono nuovissimi, tecnologici e perfettamente collegati a livello infrastrutturale.
Parteciperanno 32 squadre: 5 africane, 5 asiatiche, 3 centro americane, 14 europee e 4 sudamericane. Le favorite, neanche a dirlo, sono Argentina, Brasile, Francia, Germania e Spagna. Non ci sarà l’Italia che si è persa nel processo di crescita venturiano e i cui unici rappresentanti saranno l’arbitro Rocchi, gli assistenti Tonolini e Di Liberatore e gli arbitri VAR Irrati, Orsato e Valeri. Una magra consolazione che però ci permetterà di goderci il Mondiale senza patemi da tifo. Per noi niente «frittatona di cipolle, familiare di birra gelata, tifo indiavolato e rutto libero» di stampo fantozziano, ma solo lo spettacolo del calcio.