Il Partito della Rifondazione Comunista, sezione di Cosenza, si è scagliato contro la presenza in piazza del famoso rapper Fabri Fibra la notte dell’ultimo dell’anno. Non si tratta di una fake news, è tutto vero. Quasi a non volersi smentire mai, a voler dare l’ultima dimostrazione dell’anno del perché la sinistra radicale sia in realtà sinistra marginale. Perché di proposte radicali la politica italiana avrebbe bisogno come il pane. Meno di forze politiche progressiste che impostano le loro battaglie su terreni totalmente al di fuori del reale sentire della popolazione.
Al di là del gusto estetico, è possibile che i testi delle canzoni di Fabri Fibra veicolino un’immagine inaccettabile della donna. Ma per imporre battaglie come quella per il boicottaggio di Fabri Fibra (ammesso e non concesso che se ne senta il bisogno) bisognerebbe esistere nella società, avere una massa critica acquisita nel senso comune, tra le maggioranze. Le sinistre radicali invece, da anni, rovesciando la logica pensano di esistere attraverso battaglie del genere, esistere coalizzando le residualità e le marginalità. Avendo poco da dire al paese reale, aizzano i pochi residui iperpolitocizzati, mirano alla preservazione della setta e allontanano a mai la questione dell’egemonia. E ogni giorno spariscono un po’ di più. Trascinando con sé nel gorgo ogni senso residuo della parola sinistra, che per una generazione di giovani cosentini sarà percepita, alternativamente, come quella parte politica che appoggiò il governo Monti, o come quella parte politica che ruppe le scatole perché per capodanno in piazza c’era Fabri Fibra.